La settimana scorsa mia madre si è rimessa l’abito da sposa. Non le si chiude più sulla schiena e la gonna, sotto, è lercia – la muffa e il tempo l’hanno incancrenita -, ma lei lo stesso ha voluto indossarlo. Quando sono tornata da scuola, l’ho trovata così, col vestito spalancato da dietro e spioventeContinua a leggere “Versioni”
mangiane un altro
Stavo pensando: sai che sei proprio bella. Guarda che labbra, guarda gli occhi: che ciglia incredibili, guarda che zigomi. Non come quelli di Anna, che sono rifatti male; non come quelli di – Luisa è più brutta di te, non ci sono paragoni. Ti sei allenata, ieri? Brava, e poi che hai fatto? Hai finitoContinua a leggere “mangiane un altro”
Suora
a Giorgia e a Marilisa: grazie per la fiducia Li sentivo, che mi guardavano. Sentivo i loro occhi addosso da quando ero uscita di casa, li sentivo che mi seguivano, dal portone alla fermata del tram, e poi anche sul tram, quando non avevo trovato posto e un vecchio m’aveva offerto il suo. Persino quandoContinua a leggere “Suora”
Lotteria delle pagine e neonati in arrivo
Dieta e tradimenti: Iniziare la dieta, tornare a fare sport, lasciare Marcello. Che fai a Capodanno? Che hai fatto a Natale? Prometto che andrò a pranzo da mamma tutte le domeniche; il 31 a casa mia? Hai saputo di Marta? Incinta; da domani mangerò meglio, dal primo gennaio, sicuro. Facciamo dal due, ché il primoContinua a leggere “Lotteria delle pagine e neonati in arrivo”
Mia madre rideva
Quando urlavo, mia madre rideva. Le pizzicavo l’avambraccio per dirle che ero pronta, come un’accordatura, lei spalancava gli occhi per non perdersi la scena, le pupille che sporgevano umide in avanti. Allora mi premevo le mani sulle orecchie, prendevo fiato e vuotavo i polmoni, l’aria che mi si dilatava contro il palato e prendeva forma,Continua a leggere “Mia madre rideva”
Non esisto
Passai davanti allo specchio del bagno, la bambina in collo – le sue labbra appiccicose contro il mio orecchio, il pannolino tiepido e pesante contro il palmo della mia mano. Sollevai lo sguardo, vidi la schiena di Lucia, i suoi capelli neri, metà della mia faccia: una lente d’occhiali, un sopracciglio, mezza bocca. La cicatriceContinua a leggere “Non esisto”
Souvenir
Le prime parole che ho imparato a leggere sono state quelle che componevano il nome di un albergo: Hotel Millefiere. Trovavo questa scritta stampata sul retro dei piatti di casa, ricamata sul taschino degli accappatoi e poi sulle penne, sui bloc-notes, sugli asciugamani bianchi che ci portavamo al mare, e che mia madre distendeva conContinua a leggere “Souvenir”
Senza fine
Sono in ritardo -, no, cancella. – Sto arrivando -, già meglio, invia. Sollevai lo sguardo, lo schermo del telefono ancora illuminato, e mi fermai. Una bara stava uscendo da un portone, una cassa da morto enorme, lucida e poderosa come un mobile nuovo – comò, armadio, tavolo da sei, buono per le cene diContinua a leggere “Senza fine”
Mia madre usciva di notte
Mia madre usciva di notte. Se ne andava di nascosto, dopo avermi messa a letto. Spegneva la luce, chiudeva la porta della mia stanza e accendeva la TV nella sua; cercava di ingannarmi, ma la sentivo. La sentivo che non si coricava e andava in bagno, la sentivo che invece di lavarsi i denti eContinua a leggere “Mia madre usciva di notte”
Nostra signora dei piccioni
Con le dita strappava il pane. Teneva una pagnotta in grembo e vi ficcava dentro la mano, si accaniva nelle viscere di quella crosta vecchia, come un’ostetrica che ti fruga in corpo per estrarre la creatura. Mi concentrai sulla malagrazia di quel gesto per non vedere ciò che stava intorno, il corpo dove quel braccio,Continua a leggere “Nostra signora dei piccioni”