Carlotta era nata da cinque settimane quando ce ne separammo. Non fu facile, cinque settimane sono un tempo lungo abbastanza per affezionarsi, per abbozzare una consuetudine. La mattina spegnevo la sveglia un attimo prima che suonasse, ma Carlotta aveva già gli occhi aperti, li vedevo brillare nel buio della mia stanza, o forse non eranoContinua a leggere “Figlia unica”
Solitudine. Una rivelazione.
Sul tavolo trovai i resti della colazione; accesi la TV, i cartoni animati che guardavamo ogni mattina erano appena iniziati e il mio sguardo si diresse verso l’angolo dello schermo, sul logo del programma per bambini ch’era diventato parte delle mie coordinate quotidiane. Un appiglio, come prima erano le canzoni dei Daft Punk, dei BelleContinua a leggere “Solitudine. Una rivelazione.”
Uscita di scuola
Spensi la radio, diedi un’occhiata al forno – ancora trenta minuti di cottura: faccio in tempo ad andare e tornare –, e uscii di casa. Ero in ritardo; camminai svelta verso la scuola – presto, fa’ presto –, mi tirai su il bavero della giacca. Erano i primi di ottobre, il vento iniziava a raffreddarsiContinua a leggere “Uscita di scuola”
La rapina
Scesi dal treno per primo, andai incontro alla banchina vuota e al capostazione, che indietreggiò, istintivamente, come se avesse intuito un pericolo o come un piccione, quando gli cammini troppo vicino. Era passato molto tempo dall’ultima volta, eppure nulla era cambiato: i mattoni rossi sotto il cartello blu, che riportava il nome del paese, iContinua a leggere “La rapina”
Settimo comandamento
Emilia rubava. La sorpresi per la prima volta un mercoledì pomeriggio, di ritorno da scuola. Mia madre era in salotto, giocava a carte con le amiche del tennis; pioveva, quel giorno, pioveva dall’inizio della settimana, sicché loro s’erano trasferite dal campo sportivo a casa nostra, portandosi dietro le racchette, come scolare che avessero marinato unaContinua a leggere “Settimo comandamento”
Io sono una creatura d’acqua
Io sono una creatura d’acqua. Il salotto di casa è il mio mare e io sono un pesce. Nuoto tra il divano e le poltrone, agito le braccia come pinne, le gambe come pinne; non metto mai la testa fuori, non ci provo perché ho paura: mia madre è stata chiara. Mi ha detto: –Continua a leggere “Io sono una creatura d’acqua”
Non era così
Di quella sera mi ricordo la pizza; era estate, le donne avevano trascinato le sedie della cucina sui marciapiedi, portandole giù per le scale, e se ne stavano di fronte alla strada, sporgendosi negli spazi tra le auto parcheggiate, come se fossero davanzali di finestre. Avevo chiuso io il salone della parrucchiera che mi davaContinua a leggere “Non era così”
L’estranea
Quella mattina non mi alzai. Sentii una voce chiamarmi, – Mamma -, non la riconobbi; chiusi gli occhi e non mi mossi, restai immobile, le mani intrecciate sul petto, una tempesta di puntini rossi, verdi, blu sotto le palpebre. – Mamma, è tardi -, ma quella mattina non ero nessuno, non c’ero, non ero madre,Continua a leggere “L’estranea”
Convivenza
Quando mio marito uscì di casa, mi sentii leggera. Provai il sollievo di chi sta per trascinarsi su per le scale la valigia di un trasloco ed esita ai piedi della rampa, ma qualcuno lo sorprende alle spalle, gli libera le mani e gli allevia l’ascesa. Mi concentrai sul vuoto che aveva lasciato – spazioContinua a leggere “Convivenza”
Mia sorella
Salirono un uomo e una donna, un attimo prima che si chiudessero le porte. Lui entrò per primo e urlò un’imprecazione contro l’autista, lei lo seguì, cappotto rosso che le arrivava alle caviglie nude, scarponi militari ai piedi. Stavano litigando in una lingua che non conoscevo, si rovesciavano addosso suoni strozzati e pieni di consonanti,Continua a leggere “Mia sorella”